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Faresoldi da cretini: andando contro il buon senso sociale. Eh si. Probabilmente qualcuno di voi si ricorderà perfettamente il mio metodo perguadagnare 3000€ mensili sfruttando una falla all’interno dei sistemi PayPerClick (ormai problema risolto nella maggior parte dei sistemi PPC). Ma di sistemi analoghi per guadagnare denaro in poco tempo ne esistono moltissimi.
Nèo per esempio, un innovativo progetto editoriale, ha realizzato proprio nei giorni passati un articolo dal titolo “Fare soldi da cretini: andando contro il buon senso sociale“. Tema centrale dell’argomento erano tutti i sistemi per portarsi a casa un piccolo stipendio lavorando semplicemente 1 ora al giorno. I metodi illustrati da parte di Nèo sono assolutamente incredibile e talvolta talmente banali che nessuno avrebbe mai pensato a ciò.
Quello che posso fare è semplicemente invitarvi a visionare l’articolo ed illuminarvi! Come potete ben capire anche dallo screen qui sopra presente, inoltre, l’archivio di notizie disponibili all’interno di Nèo è molto particolare e “simpatico” da vedere.
L’uomo dietro la pubblicazione di 400.000 documenti classificati sui militari americani vuole rivelare la verità sulla guerra in Iraq.
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, in una conferenza a Londra, ha detto di voler creare, grazie all’ultima massiva pubblicazione di rapporti riservati, il massimo impatto possibile nel mondo politico.
“Questa divulgazione serve per far emergere la verità” dichiara Assange.
“Speriamo di correggere alcuni attacchi alla verità che si sono verificati prima della guerra, durante la guerra, e che sono continuati fino a quando la guerra si è conclusa ufficialmente.”
Ha aggiunto: “Mentre non siamo sicuri di aver raggiunto il massimo impatto politico possibile credo che ci stiamo avviciando sempre di più.” Assange ha detto che le relazioni documentano la morte di 109.000 morti – tra cui 66.000 civili.
L’avvocato indipendente Phil Shiner ha dichiarato che alcune delle morti documentate nelle relazioni potrebbero avere coinvolto le forze britanniche e sono ora oggetto di azione legale presso i tribunali del Regno Unito.
“Alcune di queste morti sono avvenute in circostanze in cui il Regno Unito ha avuto una responsabilità giuridica molto chiara.” ha detto.
“Questo può essere dovuto al fatto che gli iracheni sono morti, durante il periodo in cui il controllo era nelle mani del Regno Unito. I documenti rivelano che le morti sono avvenute in arresto, nei veicoli, negli elicotteri o nelle strutture di detenzione”
La divulgazione di quasi 400.000 documenti militari Usa sull’Iraq da parte di Wikileaks contiene rapporti di abusi e di cattiva condotta da parte delle autorità irachene e delle forze Usa.
Ci sono anche alcuni rapporti che indicano abusi da parte dei soldati del Regno Unito, secondo il quotidiano Guardian.
Questo rilascio di documenti classificati è stato preceduto dalla pubblicazione di 90.000 file che documentavano morti civili e altri incidenti in Afghanistan, che sono state pubblicate dal sito nel mese di luglio.
Secondo il Guardian, nei rapporti iracheni si può leggere in dettaglio in che modo le autorità statunitensi avrebbero evitato di indagare su centinaia di segnalazioni di abusi, torture, stupri e omicidi dei poliziotti e dei soldati iracheni.
Ci sono numerose segnalazioni di abusi sui detenuti, che li descrivono ammanettati, bendati e appesi per i polsi o per le caviglie e sottoposti a frustate, pugni, calci o scosse elettriche sei casi dei quali terminati con la morte.
I documenti riferiscono, di più di 15.000 civili morti in incidenti precedenti sconosciuti.
Secondo il giornale, i registri contengono molti rapporti riguardanti abusi ai detenuti da parte dei soldati della coalizione anche se non sono né chiare né così allarmanti come le prove degli abusi da parte delle forze irachene.
Poichè sono state registrate le attività delle forze statunitensi, sono state trovati alcuni rapporti riguardanti il trattamento dei detenuti da parte del Regno Unito.
Due report in data 23 Giugno 2008 hanno registrato due uomini sciiti che hanno descritto di essere stati presi a calci e a pugni da delle non ben identificate truppe inglesi.
Entrambi gli uomini avevano lesioni coerenti alla descrizione riportata nelle loro storie. Non c’è traccia di alcuna indagine formale.
Un altro registro,del 2 Settembre 2008, riporta che un interrogatore civile che lavorava con gli americani, ha riferito che i soldati britannici lo avevano fatto strisciare per casa sua inserendoli la testa dentro la tazza e puntandoli contro una pistola.Il registro conclude che la storia è stata archiviata per incongruenza e mancanza di prove.
I 391.831 documenti registrano un periodo compreso tra l’inizio del 2004 e il 1 gennaio 2010 e forniscono una visione del conflitto da parte dei soldati di rango più basso.
Un portavoce del ministero della Difesa ha detto venerdì sera: “Se verranno alla luce nuove prove come risultato dell’analisi di queste informazioni le terremo in considerazione.”
I file riferiscono che vi sono state più di 100.000 morti violente in Iraq tra il 2004 e il 2009, tra cui 66.081 di esse tra i civili.
I dati personali e le informazioni sui decessi sono stati resi noti e ciò risulta in contrasto con l’insistenza dei funzionari USA e UK nell’affermare che non esiste nessun verbale ufficiale di vittime civili.
John Sloboda, dell’Iraq Body Count, ha detto al Guardian: “Perché questi registri sono incidente dopo incidente, registrazioni dettagliate che siamo stati in grado di far corrispondere con i registri presenti nei nostri database.
“Con uno studio approfondito, siamo stati in grado di stimare che tali registri aggiungeranno 15.000 morti precedentemente sconosciute al conteggio delle vittime in Iraq”.
Ha sostenuto che fosse nell’”interesse pubblico” conoscere tutti i dettagli su questa tragedia.
Il portavoce del Pentagono, colonnello dei Marines, Dave Lapan ha dichiarato: “Noi condanniamo WikiLeaks poichè induce le persone a violare le leggi, sottrae documenti riservati e quindi cavalleristicamente condivide queste informazioni segrete con il mondo, compresi i nostri nemici.”
“Sappiamo che organizzazioni terroristiche hanno estratto informazioni dai documenti riservati sull’ Afghanistan da utilizzare contro di noi, e questa fuga di notizie sull’Iraq è oltre quattro volte più grande.
“L’unica maniera che ha Wikileaks per riparare, a questo punto, è quello di restituire il materiale rubato ed elimarlo dai propri siti web”.
Il gruppo ha anche detto che pubblicherà altri 15.000 documenti sulla guerra in Afghanistan.
Kristinn Hrafnsson di Wikileaks ha detto che i files, sono stati interamente controllati prima del rilascio.
Sono stati redatti in modo da nascondere i nomi delle persone e non rivelare informazioni che potrebbero essere dannose per gli individui citati”.
Shiner ha fatto domanda per una pubblica inchiesta sulle accuse per le quali le truppe britanniche erano responsabili della morte di civili, durante la guerra in Iraq.
Ha citato un caso in cui sostenenne che un fuciliere inglese uccise una bambina di otto anni mentre giocava in strada a Bassora.
Ha detto che le unità corazzate avevano l’abitudine di fermarsi mentre erano di pattuglia così i soldati avrebbero potuto distribuire caramelle ai giovani come parte della battaglia per ” i cuori e le menti”.
Mr Shiner ha spiegato: “Per qualche motivo il carro armato si era fermanto in fondo alla via, lei era li vicino con il suo vestito giallo, un fuciliere la vede e le spara.”
Per quanto riguarda i documenti americani, disse: “Sarebbe sbagliato pensare che tutto questo non abbia nulla a che fare con l’UK”.
Ha aggiunto che agì in favore di molti civili iracheni che vennero uccisi o torturati dalle forze del Regno Unito.
“Alcuni sono stati uccisi da attacchi indiscriminati contro i civili o grazie all’uso ingiustificato della forza letale.
“Altri sono stati uccisi sotto la custodia dalle forze del Regno Unito e nessuno sa quanti iracheni hanno perso la vita mentre erano trattenuti nelle strutture di detenzione britanniche.”
Ha aggiunto: “Se è stata utilizzata la forza in maniera ingiustificata o illegittima, i responsabili devono subire le conseguenze penali del caso, stiamo dunque portando avanti un nuovo caso in cerca delle responsabilità per tutti gli omicidi inguistificati e ci aspettiamo che vi sia una inchiesta giudiziaria per indagare in maniera approfondita la responsabilità del Regno Unito per le morti civili in Iraq “.
Ecco un buon video esemplificativo:
Salve ragazzi di TeenPlanet, sono BabbaCms e faccio parte degli Anonymous Italia Group™
Oggi vi spiegherò cosa sappiamo fare noi Hacker..
Noi Anonymous Siamo contro i Wikileaks. Per ora gli Anonymous Più forti sono Anonymous Inglesi E Anonymous Spagnoli.. Ma..! Da 5 giorni fa iniziano gli Anonymous Italiani !
Da Wozniak a Torvalds. Ecco
l’elenco dei più noti hacker del mondo
Per chi non
conoscesse questo termine, un hacker è colui che cerca di forzare le
protezioni di una rete o di un software grazie alla sua abilità e conoscenza in
campo informatico. Il termine deriva dalla parola inglese to hack che può
significare “intaccare” oppure “incidere” ma anche “burla”
o “scherzetto”. A seconda dei loro fini gli hacker possono essere divisi
in buoni (White Hat Hackers) e cattivi (Black Hat Hackers).
Tra i buoni abbiamo: STEPHEN WOZNIAK
Si fa spesso chiamare WOZ ed è il socio di Steve
Jobs. Insieme hanno fondato la Apple. Nel 2000 è stato inserito nella Hall of
Fame Nazionale degli Inventori. TIM
BERNERS-LEEE’ stato colui che ha inventato il World Wide Web. LINUS TORVALDS
Chi non conosce ormai il creatore del sistema
operativo Open Source Linux? E’ praticamente un mito vivente tra gli informatici
di tutto il mondo. E’ anche odiato dalle corporation internazionali per la sua
scelta di rendere Linux accessibile a tutti. RICHARD STALLMAN
E’ il santo protettore ed uno dei padri del
Software Libero e ha sviluppato il concetto che sta dietro al progetto GNU. TSUTOMU SHIMOMURA
Aiutò l’FBI a catturare un hacker “cattivo”:
Kevin Mitnick.
Passiamo ora ad elencare gli “hacker cattivi” che spesso vengono definiti
anche con il termine “cracker”: KEVIN MITNICK
Conosciuto come “Condor” venne
arrestato nel 1995 dopo essere stato braccato per 168 giorni. Finì
in carcere ed uscì nel 2002 con il divieto di non collegarsi ad Internet
per un anno. Fece poi carriera in un’azienda di sicurezza informatica, la
Difensive Thinking. KEVIN POULSEN
Nome in codice “Dark Dante”. Finì in carcere
per 5 anni per aver violato le linee telefoniche dell’emittente radio
KIIS-FM per vincere una fiammante Porsche. JONATHAN JAMES
Condannato alla tenera età di 16 anni per aver
effettuato delle incursioni nelle reti della NASA e DTRA (Defense
Threat Reduction Agency). ADRIAN LAMO
Si collegava usando le connessioni di Internet Point e
fece delle incursioni nei siti del New York Times, di Microsoft,
nonché di Yahoo e altri, anche se non fece mai danni particolari. Per
questo si meritò l’appellativo di “Homeless Hacker” (L’Hacker senza
casa). ROBERT TAPPAN MORRIS
Fu il creatore del primo virus sul web, il
Morris Worm ed anche il primo a subire una condanna per violazione del CFAA
86 (Computer Fraud and Abuse Act).
Visto che l'argomento è, in questi giorni, di scottante attualità, ripropongo un articolo che ho scritto circa un anno fa su un altro forum, visto che tutto quello che ho scritto è ancora valido. A presto presenterò proposte concrete, alcune attuabili subito, per contrastare il fenomeno.
Ritorno a scrivere di problemi ambientali e d ecologia partendo da un tema di attualità, tornato all'attenzione anche per il rinnovarsi in molte città del rito delle domeniche a piedi. Il problema dell'inquinamento atmosferico è all'attenzione di tutti per i riflessi che può avere sulla nostra salute e per le conseguenze che potrebbero avere sulla nostra organizzazione di vita eventuali provvedimenti per fronteggiarlo. I principali fattori inquinanti presenti nella nostra atmosfera sono: - idrocarburi non metano tra cui il benzene, componente delle benzine, altamente cancerogeno. Nelle rilevazioni è misurato insieme agli altri idrocarburi non metano. E' utilizzato anche per solventi e vernici. Si diffonde nell'atmosfera per evaporazione delle benzine o vernici e a causa della combustione incompleta nei motori - metano: in piccola parte è emesso dagli impianti di riscaldamento. Molto si disperde nell'atmosfera durante il suo trasporto, ma la maggior parte è emesso dalla decomposizione di sostanze organiche ed organismi viventi - ossido di carbonio: deriva dalla combustione incompleta dei combustibili e carburanti. E' emesso dalle auto e dagli impianti di riscaldamento e dall'industria - ossidi di azoto: sono i meno nocivi. Si producono nei motori a causa delle alte temperature di combustione raggiunte - anidride solforosa: è molto dannosa. Si produce per la combustione di carbone o oli combustibili, compreso il gasolio, contenenti zolfo. E' prodotto prevalentemente dagli impianti di riscaldamento e dall'industria, ma anche dai motori diesel. - polveri sottili e particolato (PM10): sono le polveri diffuse nell'atmosfera, costitute da sostanze carboniose. La differenza fra le due è che fino al 98 si misuravano quelle con diametro fino a 13 micron (milionesimi di cm), cioè le polveri sottili, dal 98 si misurano anche quelle sotto i 10 micron (PM10) - ozono - anidride carbonica: è il prodotto della combustione di qualsiasi combustibile fossile a base di carbonio. Normalmente non è considerata un inquinante, ma il controllo della sua emissione va assumendo sempre più importanza, come vedremo in seguito, a causa dell'effetto serra da a cui contribuisce. Il principale imputato per questo inquinamento è a detta di tutti, media, politici, gente comune, il traffico automobilistico. Ma è poi così? Per capirlo si devono analizzare i dati sull'inquinamento atmosferico raccolti da più di 20 anni nelle principali città per cercare di capire quali sono gli inquinanti maggiormente presenti, qual è l'andamento della loro concentrazione nel tempo e da cosa sono prodotti. Analizzando i dati relativi a Milano, forniti dall'Arpa Lombardia e disponibili dagli anni 70, almeno per alcuni inquinanti, si arriva a delle conclusioni sorprendenti. Prima di tutto si deve constatare che l'inquinamento globale dagli anni 70 ad oggi è diminuito, per tutti gli inquinanti considerati, tranne che per l'ozono, che invece è aumentato, nonostante che il numero delle auto circolanti sia più che raddoppiato. Ciò è vero in particolare per l'anidride solforosa, che prende alla gola quando si respira, scesa, dal 72 ad oggi da 340 a 13 microg/mc e per le polveri sottili, quelle che permettono alle goccioline di nebbia di condensarsi, passate da 150 a 52 microg/mc. Questa diminuzione è dovuta principalmente al passaggio dei riscaldamenti domestici da carbone al gasolio e al metano. Ha contribuito inoltre, però solo dagli anni 90 l'introduzione delle marmitte catalitiche. Andando ad analizzare l'andamento stagionale del particolato (PM10) durante l'anno si vede inoltre che la concentrazione di particolato aumenta d'inverno e diminuisce in primavera estate. Poiché il suo valore raddoppia nei mesi invernali se ne deduce che ciò è dovuto al riscaldamento domestico, che contribuisce quindi per il 50 %. Il traffico contribuisce per circa il 20 %, con il contributo preponderate degli autocarri, ed il resto è prodotto dalle industrie. Per limitare l'inquinamento non può bastare quindi intervenire sul traffico automobilistico, ma si deve predisporre un piano integrato che preveda la riduzione globale delle emissioni per tutti gli utilizzatori di energia. La situazione quindi, seppure migliore di 20 anni fa rimane grave e richiede degli ulteriori interventi, anche perché permane fra i fattori di inquinamento la presenza di elementi cancerogeni che possono nuocere gravemente alla salute. Vedremo nei prossimi articoli quali sono le linee seguite dalle amministrazioni pubbliche e dall'industria per raggiungere l'obiettivo di ridurre questi fattori inquinanti. Ciò però non sarà sufficiente perché si dovrà considerare un'ulteriore elemento di valutazione, cioè l'influenza che le emissioni inquinanti e i derivati dalla combustione di combustibili fossili hanno sul clima della Terra. Un altro obiettivo fondamentale è l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili e quindi sempre disponibili, al contrario delle attuali che col tempo sono destinate ad esaurirsi. Questi due obiettivi sono fra l'altro fortemente correlati in quanto le fonti di energia rinnovabili sono anche le meno inquinanti. Questo avrà conseguenze importanti sulle nostre fonti di approvvigionamento di energia, sul modo di utilizzarla e in generale su tutta l'organizzazione della nostra vita e sull'economia. Vedremo anche questo nei prossimi articoli.
Film-documentario, An Inconvenient Truth passa in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui cambiamenti climatici, inframmezzato da eventi della vita personale di Gore. Attraverso una presentazione diffusa in tutto il mondo, Gore riesamina la posizione degli scienziati, discute le implicazioni politiche ed economiche della catastrofe, e illustra le probabili conseguenze del riscaldamento del pianeta se non si interverrà immediatamente e a livello globale per ridurre le emissioni di gas serra. Il film integra scene in cui vengono confutate le tesi di coloro che sostengono che il riscaldamento globale sia una falsa minaccia. Per esempio, Gore discute dei rischi che comporterebbe lo scioglimento dei ghiacci Antartici e della Groenlandia, come l'innalzamento delle acque oceaniche di circa 6 metri, che costringerebbe oltre 100 milioni di persone ad abbandonare la propria terra. I ghiacci sciolti della Groenlandia, a causa della loro minore salinità, potrebbero interrompere la Corrente del Golfo e scatenare un drammatico calo delle temperature in tutto il nord Europa.
Nell'impegno a spiegare il fenomeno del riscaldamento globale, il film mostra le variazioni di temperatura e dei livelli di CO2 nell'atmosfera negli ultimi 600.000 anni. L'Uragano Katrina viene preso come esempio di ciò a cui stiamo andando incontro se la società continuerà di questo passo.
Al Gore suggerisce che lo sviluppo economico possa conseguire solo dal benessere della popolazione, mostrando ad esempio il cattivo andamento di General Motors rispetto a Toyota in relazione al diverso atteggiamento dei corrispondenti paesi verso il protocollo di Kyōto. Viene menzionata anche l'esplosione demografica e la conseguente scarsità di risorse pro capite.
Il documentario si conclude con Gore che osserva come gli effetti tragici del riscaldamento globale possano essere scongiurati attraverso una cooperazione a livello globale, e una serie di comportamenti dei singoli individui, per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. Gore invita anche tutti gli spettatori del documentario ad agire, con una serie di abitudini che possono aiutare a combattere il problema.
Le basi scientifiche su cui lo studio e la presentazione di Gore si fondano - cioè che il riscaldamento globale è un fenomeno reale e grave, e dovuto in massima parte alle attività umane - sono confermate da molteplici ricerche.
Gore stesso mostra nel film vari studi, dati e ricerche che confermano quanto affermato dal film:
La ritirata dei ghiacciai è mostrata attraverso una serie di foto scattate in anni diversi.
Uno studio condotto da ricercatori dell'università di Berna dell'istituto di Fisica e il European Project for Ice Coring in Antarctica che mostrano i dati raccolti nei ghiacci dell'Antartide che rivelano come le concentrazioni di anidride carbonica siano di gran lunga superiori a qualsiasi altro periodo negli ultimi 650.000 anni.[1]
Un sondaggio del 2004 su una serie di articoli di riviste scientifiche redatti tra il 1993 e il 2003. Il sondaggio sostiene che la totalità degli articoli è d'accordo sulle origini umane del riscaldamento globale o semplicemente non si esprime.[2]
Tuttavia, nell'editoriale del 26 giugno 2006 del Wall Street Journal, il prof. Richard S. Lindzen del MIT critica il film di Gore e mette in dubbio quanto da lui affermato.[3] Un giudice dell'Alta Corte inglese ha stabilito che il film An Inconvenient Truth è «largamente accurato», ma «in un contesto di allarmismo ed esagerazione»; inoltre, per la presenza di accuse di immobilismo all'amministrazione Bush «non è solo un documento scientifico, è un film politico». Vengono anche evidenziate presunte incongruenze scientifiche e rilevando 9 principali errori commessi nel giungere ad alcune conclusioni.[4][5][6]
Ad esempio Gore discute la possibilità di un innalzamento dei mari di circa "7 metri: se da un lato una parte di questo innalzamento è dovuto al più sicuro e graduale innalzamento delle acque dovuto allo scioglimento progressivo dei ghiacciai (stimato tra lo 0,1 e lo 0,85 metri entro il 2100) una restante parte di innalzamento sarà dovuta allo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia che gli accusatori ritengono avverrà con tempi più lunghi. Per questo l'affermazione sarebbe "allarmistica".
In generale le altre 8 critiche riguardano -secondo i detrattori- l'assenza di dimostrazioni scientifiche indiscutibili riguardo alle affermazioni di Gore.
Il professor Richard S. Lindzen -autore delle critiche a Gore- è a sua volta stato criticato per i finanziamenti di aziende petrolifere ricevuti da vari istituti di cui è partecipe.[7][8]
Al Gore è polemico anche con i mass media che spesso credono che sia possibile cambiare la realtà e guidare l'opinione pubblica, piuttosto che avere l'obiettivo di rivelare la verità.
Egli mostra come tutti gli articoli scientifici concordino che sia in atto un cambiamento climatico, solo lo 0,1% è di opinione diversa, mentre se questa percentuale si rivolge ai media appare come il 53% dei media mostrino che niente sta cambiando e che i fenomeni attuali sono solo occasionali.
Questa è la verità negata e nascosta da quei media pilotati dalle lobby e dalla politica che non fanno che creare confusione. Al Gore presenta dati e testimonianze a sostegno del fatto che la lobby del petrolio abbia perpetrato molteplici casi di frode scientifica, modificando articoli scientifici anche contro l'opinione del loro autore, esercitando pressioni indebite sugli scienziati e sui centri di ricerca, al fine di insinuare nel pubblico il dubbio sulla fondatezza scientifica dell'emergenza del riscaldamento globale.
Il film è stato pubblicizzato con frasi come "A global warning" (Un avvertimento globale) , "We're all on thin ice" (Siamo tutti su di un sottile strato di ghiaccio), "By far the most terrifying film you will ever see" (Di gran lunga il più terrificante film che vedrai), and "The scariest film this summer is one where you are the villain and the hero" (Questa estate il film più spaventoso è uno in cui tu sei sia il cattivo che l'eroe).
Il film è stato proiettato per la prima volta il 24 maggio2006 a New York e a Los Angeles. Nel giorno del Memorial Day, ha incassato una media di 91.447 $, per cinema, l'incasso più alto di qualsiasi film nel weekend e un record per un documentario.[9]
Nel 2006, al Sundance Film Festival, il film ricevette tre standing ovation. È stato inoltre proiettato al Festival di Cannes, e a ha aperto, il 14 giugno 2006, la notte del 27° Festival Internazionale di Durban. Una scomoda verità fu il documentario più popolare per il Festival internazionale di Brisbane.[10]
Al 6 settembre 2006 il film ha incassato più di 23 milioni di dollari, il terzo maggior incasso per un documentario di tutti i tempi dopo Fahrenheit 9/11 e La marcia dei pinguini.[11]
Al Gore ha affermato: Io e mia moglie devolviamo il 100% di tutti i profitti del film e del libro a una campagna di sensibilizzazione sul riscaldamento globale e ai problemi ambientali.[12]
La Paramount Pictures si è impegnata a devolvere il 5% degli incassi dei propri cinema al gruppo indipendente Alliance for Climate Protection, per la sensibilizzazione attorno alle problematiche ambientali e al riscaldamento globale.[13]
Il dipartimento dell'istruzione Britannica ha deciso che ogni scuola del Regno Unito riceverà una copia del film. Il film farà parte di un progetto più ampio atto a svecchiare i libri di testo britannici e a renderli più in linea con le moderne teorie scientifiche sull'inquinamento e sull'effetto serra.
Il documentario ha suscitato interesse in molte parti del mondo e ha fatto si che la consapevolezza del riscaldamento globale come problema da risolvere crescesse ulteriormente in maniera internazionale, spingendo sempre più persone a chiedere maggiori azioni da parte dei governi per salvaguardare il clima. Nonostante il suo successo però, alcuni leaders politici sono poco desiderosi di accogliere la tematica del film come una necessità reale.
Il presidente americano G.W.Bush, alla domanda se avesse intenzione di vedere il film rispose: « Ne dubito ». Ha poi continuato: « E a mio giudizio noi abbiamo bisogno di mettere da parte la discussione sul se i gas serra sono causati dall'umanità o da effetti naturali, e focalizzare la nostra attenzione sulle tecnologie che ci permettano di vivere meglio e allo stesso tempo proteggendo l'ambiente ».[14] Gore rispose che « L'intera comunità scientifica mondiale è d'accordo sul fatto che sono gli uomini i responsabili del riscaldamento globale e lui [Bush] ha oggi espresso il suo dubbio che questo sia vero ».[14] La Casa Bianca ha poi affermato che Bush già è a conoscenza dell'impatto degli esseri umani sul riscaldamento globale.[14]
Nel settembre 2006, Gore si è recato a Sydney, in Australia, per promuovere il film. Il primo ministro australiano, John Howard, in quell'occasione disse che non avrebbe incontrato Gore o accettato il Protocollo di Kyōto a causa del film: « Non prendo consigli politici dai film », disse. L'ex leader dell'opposizione Kim Beazley si unì invece a Gore per la visione del film e altri membri del parlamento erano presenti ad una speciale proiezione al Parlamento la settimana prima[15]
In Belgio, Margaretha Guidone (partito socialista) è riuscita a convincere l'intero governo belga a vedere il film.[17]
In Costa Rica, Al Gore ha incontrato il presidente Oscar Arias ed è stato ricevuto con interesse dagli altri politici e dai media locali.
In Spagna, dopo un incontro con Gore, il primo ministro José Luis Rodríguez Zapatero ha affermato che il governo renderà disponibile il documentario nelle scuole. Gore ha ricevuto quest'anno il premio Principe delle Asturias per la cooperazione internazionale.[18][19]
Prima che Una scomoda verità fosse distribuito, Al Gore fu parodiato nell'episodio Manbearpig (in italiano Uomorsomaiale) di South Park, che si conclude con Al Gore che esclama la sua intenzione di fare un film con se stesso come attore nel quale proverà a salvare il mondo da qualcos'altro (diverso dall'uomorsomaiale). Gore accolse con ironia questa rappresentazione di se stesso, dicendo che "La loro sensibilità comica è rivolta ad un pubblico di età diversa da quello al quale io appartengo ma trovo comunque divertente molto di quello che dicono"[20].
Durante il film, Al Gore mostra uno spezzone preso dall'episodio Crimes of the Hot (in italiano Crimini del caldo) di Futurama riguardante il riscaldamento globale; Al Gore fu una guest star in quell'episodio, ma non è presente nello spezzone. Anche se non ne è stata l'autrice, la figlia di Gore, Kristin Gore Cusack, ha lavorato nello staff di Futurama come story editor. Inoltre, Gore appare in un falso trailer creato dagli stessi autori di Futurama e chiamato A Terrifying Message from Al Gore.[21]
Nel film I Simpson - Il film, il documentario di Gore è parodiato quando Lisa Simpson, presentando nello stile di Al Gore i pericoli dell'inquinamento del lago di Springfield ai residenti, fallisce nel far funzionare una piccola gru per sollevarsi in modo da mostrare un grafico coi dati sul riscaldamento globale. Il titolo della presentazione di Lisa è Una verità irritante.
Nell'episodio 3 della 7ª serie di Scrubs, Ted convince l'inserviente a guardare il film per redimerlo dal suo comportamento poco attento alle tematiche ecologiche. In seguito alla visione del film, diventerà l'"Environmental Officer" del Sacro Cuore scontrandosi con le abitudini viziose del dottor Kelso.
La comunicazione che sottopongo
agli amici di RCM comprende due elementi: 1- l’informazione
sull’iniziativa : “Vogliamo la verità sull’aria di Milano” (conferenza stampa
del 6 aprile) - si allega un elaborato su come avviene la manipolazione dei dati
da parte della Pubblica Amministrazione 2- il verbale della riunione di
“Aria Pulita” del 3 aprile. Il comitato si riconvoca per il 7 aprile 2000 a
Kronos.
Alfonso Navarra
VOGLIAMO LA VERITA’ SULL’ARIA DI
MILANO
INIZIATIVE PER IL DIRITTO DI RESPIRARE
CONFERENZA
STAMPA IL 6 APRILE 2000
ORE 11.30 - PALAZZO
MARINO - SALA EX MATRIMONI
La conferenza stampa del 6 aprile, indetta
da Kronos, Sindacato di Base, Osservatorio di Milano, Cesaer (ed altri
promotori tra associazioni e comitati di quartiere), riguarda il lancio di una
inziativa POLITICA per denunciare la manipolazione dei dati sull’inquinamento
atmosferico e avanzare delle proposte per un monitoraggio finalizzato alla
effettiva tutela della salute dei milanesi.
Un ruolo da protagonista,
nell'iniziativa, è assegnato alle organizzazioni sindacali dei "lavoratori della
strada": sindacato di base dei vigili urbani, coordinamento ambientalista taxi,
Slai Cobas dell'ATM...
Sono stati invitati gli assessori all’ambiente
di Comune, Provincia e Regione. Il presidente della commissione ambiente della
Regione Lombardia. I capigruppo consiliari alla Provincia di
Milano. Interviene il consigliere comunale Verde
Basilio Rizzo.
Il Prof. Aldo Ferrara, docente di penumologia
all’Università di Siena, presidente del CESAER, esporrà i dati scientifici
sull’emergenza sanitaria causata dallo smog da
traffico.
Antonio Barbato - Sindacato di
Base - Tel. 0336/526401 Alfonso Navarra- Kronos Pro Natura - Tel.
02/7202.2521 Massimo Todisco - Osservatorio di Milano Tel.
02/5730.1721
COMUNICARE PER LA
SALUTE La comunicazione delle
Istituzioni sull'inquinamento atmosferico a Milano
(elaborato di Kronos
Pro Natura)
Gli studi della Provincia di Milano , riguardanti
l’inquinamento atmosferico , rivelano come fossero già noti negli anni 50 gli
effetti cancerogeni dei prodotti derivanti dalle combustioni: quelle
industriali, quelle del riscaldamento degli edifici, in particolare quelle dei
motori a scoppio delle automobili e dei disel e come facessero di Milano,
situata in un territorio poco ventilato, un luogo particolarmente insalubre e ad
alta mortalità ( AA.VV. 1957/58). Anche in seguito, negli anni 60 e 70 ,
erano conosciute l’alta morbilità e l’alta mortalità derivanti da soglie di
inquinanti che superavano per un mese, e anche di due o tre volte , i livelli
che l’organizzazione mondiale della sanità ( OMS) indicava non dovessero essere
superati per un solo giorno (Antonella Nappi, 93). Negli anni 90 l’avvenuta
forte diminuzione dello zolfo nel combustibile usato per il riscaldamento degli
edifici , ma l’enorme aumento del traffico automobilistico , videro quest’ultimo
divenire la causa principale dell’inquinamento atmosferico. Le particelle
ultrasottili ( PM10 ) , presenti per una quota di circa il 50% nelle polveri
totali sospese (PTS) e solo oggi alle cronache dei giornali , erano descritte
come le più nocive e cancerogene - contenenti arsenico , amianto , zinco e
altre sostanze - nel 1985 (Pasquali 88). Conosciuta era la loro continua
crescita , anche per l’azione triturante dei pneumatici , la consunzione degli
stessi e l’incessante sollevamento esercitato dal traffico ( Cavallaro et al. 85
, Tebaldi 91) .
Questi fatti, riguardanti la salute di ciascuno, rimasero
sconosciuti ai cittadini e comunque estranei alla cultura urbana nel suo
complesso , proprio nei decenni in cui si affermavano scelte di sviluppo e di
conformazione del territorio quali : l’intentensificarsi degli insediamenti
industriali ; l’estensione massiccia dell’edificazione in città, nell’hinterland
e nelle campagne ; la moltiplicazione del parco macchine e dei flussi di
traffico. Scelte che andavano ad aumentare i problemi strutturali
dell’inquinamento e quindi , sia le ricadute sulla salute pubblica che la
difficoltà di recedervi. Fino a pochi anni fa , i dati riguardanti la
nocività del territorio erano segreti alle popolazioni per legge, monopolio
delle istituzioni e di alcuni tecnici in queste, punita la contravvenzione. La
segretezza ha favorito la manovrabilità delle scelte produttive e delle
politiche infrastrutturali e l’orientamento della popolazione a consumi e stili
di vita incentrati sulla mobilità privata . Evitando il confronto con la
nocività , si è accentuata l’estraneità della politica e della cultura italiane
alle problematiche della salute , enfatizzando al contrario la fiducia
nell’accrescersi del benessere ed evolvendo il pensiero collettivo alla
irresponsabilità nei confronti delle ricadute su ciascuno dei comportamenti e
consumi di massa. La crescita dell’inquinamento atmosferico e la sua
conoscenza , hanno portato un succedersi di normative internazionali ed europee
a cui anche l’Italia negli anni '80 e '90 ha dovuto adeguarsi - pur con alcune
deroghe- : la segretezza dei dati è in parte caduta ; obbligatorio è divenuto il
monitoraggio pubblico degli inquinanti ; il risanamento dell’aria è stato
demandato alle Regioni ( DPCM 28-3-83 e DPR 24-5-88 ). Se questo ha aperto la
via alla discussione politica dei problemi che legano : conformazione del
territorio, mobilità e salute, con una apertura anche alla partecipazione dei
cittadini, non ha però mutato di molto , sino ad ora , l’equilibrio delle forze
che su queste questioni si giocano, né la renitenza delle forze politiche a
cogliere questa opportunità e la comunicazione con i cittadini è rimasta in
buona parte censoria e necessariamente è divenuta
manipolatoria. Il monitoraggio
pubblico La Legge ha dato valori
limite alle concentrazioni degli inquinanti monitorati e tempi massimi di
esposizione , fa riferimento alla tutela della salute del cittadino dal
rischio individuale , in rapporto alla centralina in cui il rischio può essere
più elevato. Nei luoghi in cui l’inquinamento si presenta in modo stabile i
limiti di concentrazione per tempo espositivo sono più bassi e si chiamano
valori guida. Questi ultimi sono sempre superati a Milano da tutte le
centraline ed è probabile che la massima parte della popolazione li abbia
neppure sentiti nominare . E’ stato il raggiungimento dei valori limite a
denunciare alla popolazione che l’aria non è buona, ma anche a dimostrare che
questi valori possono essere superati e subiti per giorni . La comunicazione
con i cittadini ha preso avvio nel dicembre ’91 con l’annuncio del Sindaco
Pillitteri :“ Milano è la città più inquinata del mondo ”; quel mese , come
sempre per via degli acquisti di Natale , venivano superati i limiti di legge di
due o tre volte per concentrazione di inquinanti e per tempi infinitamente più
lunghi di quelli normati ( Antonella Nappi 93 ) .Targhe alterne e blocco del
traffico furono misure tardive che videro le brezze ripulire l’aria ; potevano
però dare l’impressione che le autorità scoprissero una situazione che
avrebbero controllata meglio in futuro. Per un certo tempo si potevano
leggere sui quotidiani i dati delle centraline raffrontati alle norme di legge e
anche assistere al loro superamento . In seguito , la sostituzione dei dati
reali e dei limiti di legge con giudizi complessivi sull’aria della città ,
molto benevoli , e con livelli di attenzione e livelli di allarme
, desunti da Decreti legge provvisori della Regione Lombardia e del
Ministero dell’ambiente - che con questi ultimi raddoppiano il limite
tollerabile e per tempi molto più lunghi -, permettevano di abbassare
notevolmente la preoccupazione della popolazione. Ma anche la chiusura di alcune
centraline ad alti indici , l’aggregazione dei dati di molte centraline a
diversa collocazione ambientale , il loro computo per raggiungere
Stati complessivi di attenzione o di allarme - quest’ultimo
nei fatti irraggiungibile - che implicassero misure di controllo del traffico,
hanno finito con il legittimare tutto l’inquinamento esistente e al contempo
rassicurare la popolazione che la qualità dell’aria sia tollerabile .
Per
rispettare le soglie di legge , il traffico automobilistico dovrebbe essere
dimezzato o più ridotto ancora se si volessero rispettare le soglie guida :
avere cioè l'aria davvero respirabile . Diverse pubblicazioni Istituzionali lo
dicono , con l’indicazione di redistribuire sul territorio attività e
opportunità che attraggono spostamenti , promuovere l'uso della bicicletta in
città , potenziare i mezzi pubblici. e ridurre il trasporto di merci ( Gualdi et
al. 91 ; Tamponi et al. 92 ; Angelino et al. 93, AA.VV. 95 , Rifici
96) Questo è, naturalmente, un grosso impegno , sovverte linee di sviluppo e
interessi economici , ma anche messaggi culturali di potenza individualistica.
Si è preferito continuare a leggere il problema come un fatto contingente di
emissioni che , una per volta , la tecnologia dovrà ridurre . Non importa se
bisogna alzare la tollerabilità delle emissioni da più tempo monitorate o di
quelle che crescono nel frattempo come è stato per l’Ozono, e di volta in volta
fare lo stesso con quelle che divenvono monitorate come è stato per il Benzene e
recentemente per le polveri sottili ( PM10 ) . Non importa se con metodi come la
catalizzazione del parco macchine che necessita di benzine ad alta emissione di
cancerogeni , questi aumenteranno, vorrà dire che altro tempo sarà impiegato
nell’introdurre il monitoraggio dei nuovi inquinanti, una normativa che li
regoli, in seguito altri anni possono passare prima di ottemperarvi. In
questo modo saltuariamente si rinnova l’annuncio che l’aria è inquinata, ma
l’inquinante è nuovo, lo si accompagna con un programma di riduzione delle
concentrazioni ammesse , a lungo termine ; sucessivamente l’informazione su
quella sostanza seguirà una normativa che ne mostri solo le fasi acute , eppure
sopportabili per Decreto( Antonella Nappi 96 , 97 ). Proprio la gestione del
limite introdotto per legge alle polveri sottili, che in Lombardia e a Milano è
iniziata nel gennaio 2000, riassume quanto avvenuto per altri inquinanti in
questi decenni . I Decreti Regionali raddoppiano la concentrazione sopportabile
da 50 ug/mc a 100 ug/mc . Per sette giorni di superamento del 50 ug/mc in tutte
le centraline dell’area omogenea non ci sono informazioni e sui giornali
apparirà la locandina dell’assessorato all’ambiente che definisce lo stato
dell’aria NORMALE . Nei giorni sucessivi si avrà notizia che l’aria è sotto
attenzione e vigerà un regime che permette alle automobili non catalizzate di
circolare prima delle 9 del mattino e dopo le 18 , più oltre : prima delle 8 e
dopo le 20 . Solo al superamento di 100 ug/mc - la realtà può presentare indici
complessivi a Milano di 170 ug/mc come il 6 gennaio.- , per sette giorni in
tutte le centraline dell’area omogenea , secondo la normativa regionale dovrà
operarsi un blocco del traffico . E’ facile che nel frattempo cambi il tempo
metereologico, su questo elemento vengono di solito calcolati i giorni di
tolleranza ; altrimenti sarà lo stabilire una data a dare ancora un po' di tempo
: la prossima domenica magari , quando il traffico è a Milano d’abitudine molto
ridotto ; per le ore del rientro dal fine settimana il divieto sarà tolto . Tra
cinque anni , un obbligo europeo di riduzione del numero dei giorni di alte
soglie , richiederà una verifica di quanto intercorso nel frattempo . E’
evidente la nocività che la popolazione è costretta a subire , malattia e
mortalità - millecinquecento morti l’anno per l’inquinamento atmosferico a
Milano sono stimati dal direttore dell’istituto dei tumori ( Crosignani 95
) - continuano ad assorbire
l’affermarsi di altri interessi . La salute continua ad essere un bene privo di
rappresentanti , perchè l’amministrazione pubblica è sottoposta a interessi più
forti : politici , economici , anche di autoreferenzialità , e i cittadini,
purtroppo, non lo immaginano. Il risanamento
dell’aria
Nel piano di risanamento
dell'aria redatto dalla Regione Lombardia nel’94 , - al posto del risanamento
che la Legge pretendeva per quella data -, si dichiara che tre milioni e mezzo
di cittadini nel quadrilatero tra Varese, Lecco , Bergamo e l’area metropolitana
milanese , sono in condizione di grave rischio per la salute e si prevede di
riuscire nei prossimi otto anni a contenere o limitare il peggioramento
della qualità dell’aria. Così a proposito dell'ozono (AA.VV. 95 ) si dichiara
che altissimi livelli saranno da tollerare per diverse estati perchè la sua
riduzione richiede alcuni decenni , al contempo si invitano i cittadini a
compiere volontariamente azioni come: non usare l'automobile nè la motocicletta
; se in automobile tenere una velocità più bassa di quella permessa ; non
acquistare prodotti che necessitano lunghi trasporti. Anche nella monografia sul
CO ( Bocci et al. 97 ) si descrivono , in modo estremamente specialistico il
susseguirsi nei giorni degli alti livelli . Nella presentazione , l’Assessore
all’ambiente Facchi e il Presidente della Provincia Tamberi si auspicano che i1
cittadino, leggendo quel testo, si renda conto del contributo che può dare per
rendere l'aria più respirabile. Questo testo ha una diffusione ad personam in
poche copie perchè fuori commercio , il cittadino comune non lo vedrà mai.
L'impressione è che, per dire senza poter fare , l’ammistrazione pubblica
finisca col nascondersi dietro i cittadini, colpevoli di inquinare, quasi a
dimostrazione che sono loro stessi a non permettere la riduzione del traffico ,
in un ribaltamento di responsabilità , per cui sarebbe il singolo, allo stato
individuale , responsabile dello stile di vita che conduciamo e non la sua forma
organizzata e delegata a governare il paese. Naturalmente non c’è un’azione
individuale che ponga rimedio all’inquinamento atmosferico , l’automobile è
utilizzata comunque sempre da altri . Da chi raggiunge il proprio posto di
lavoro dall’hinterland, o addirittura da altre regioni ; da chi non può
intendersi senza infilarsi nel veicolo per qualsiasi spostamento ; da chi
trasporta i bambini a godere di servizi che non ci sono in quartiere, nè
troverebbe agevole muoversi nel circondario tra le auto posteggiate sui
marciapiedi e tra quelle in movimento ; da chi va in città o in centro per
divertimento la sera : molti giovani per esempio , cresciuti constatando che
vita adulta e vita sociale sono ottenere un proprio mezzo di locomozione a
motore. E’ una scelta collettiva quella che ha rilevanza su questo problema
come su tutti quelli che riguardano i comportamenti collettivi. Soltanto le
autorità costituite possono agire perchè l’inquinamento divenga un pericolo da
evitare per ciascuno sapendo che da ciascuno è evitato. Se decisioni in questo
senso si volessero prendere , molte sono le campagne informative da attuare per
cercare il consenso della popolazione, certo devono essere accompagnate da
alternative che garantiscano l’accessibilità del territorio. Le indicazioni
pubbliche fornite in questi anni dalle istituzioni sono invece gli inviti a non
uscire di casa rivolti ad anziani e bambini nei giorni di massimo
inquinamento, che si accompagnano a quelli perchè volontariamente qualcuno non
utilizzi l'automobile. L'uno sembra descrivere uno stato di guerra, l'altro
denota una preoccupazione minimale, ambedue avvengono in sordina data la
ripetizione nel tempo ed assuefanno a considerare l’inevitabilità del danno come
la propria impotenza verso il fenomeno . UNA DELIBERA DI INIZIATIVA
POPOLARE PER IL DIRITTO DI RESPIRARE
CONFERENZA STAMPA IL 6 APRILE 2000
Palazzo Marino, ex sala matrimoni - ore 12.00
La conferenza
stampa del 6 aprile, indetta da Kronos, Sindacato di Base, Osservatorio di
Milano, Cesaer (ed eventualmente altri promotori tra associazioni e comitati di
quartiere), riguarda la denuncia della manipolazione dei dati sulla qualità
dell’aria e il lancio di inziativa politica per un monitoraggio effettivamente
rivolto alla tutela della salute.
Le proposte sono due. A livello
regionale, istituire l'osservatorio epidemiologico sulle malattie da
inquinamento atmosferico, avente ad oggetto tutti i cittadini, ma con
particolare attenzione ai "lavoratori della strada" (Basilio Rizzo, se eletto
consigliere, presenterà una proposta di legge in merito);
A livello
provinciale, raccogliere le firme (3.500) per una delibera di iniziativa
popolare comprendente due punti:
1- un monitoraggio dello smog
finalizzato alla effettiva tutela della salute, riaprendo le centraline c hiuse
nel centro storico e facendo scattare i provvedimenti restrittivi del traffico
all'attenzione, ANCHE ZONA PER ZONA, per evitare il raggiungimento
dell'allarme;
2- la sperimentazione di un innovativo sistema di
monitoraggio, a basso costo (5 milioni ad apparecchio), basso consumo
energetico, capillarità di distribuzione: i "funghetti" applicati sugli armadi
ripartilinee telefoniche.
Con tale delibera, non in contraddizione con un
eventuale referendum complessivo sul traffico, di cui stanno discutendo varie
associazioni e comitati, i promotori sottolineano l'importanza di una battaglia
contro lo smog da traffico basata su un accoppiamento indissolubile tra
l'istanza della tutela ambientale e quella della tutela della salute.
Un
ruolo da protagonista, nell'iniziativa, deve essere assegnato alle
organizzazioni sindacali dei "lavoratori della strada": sindacato di base dei
vigili urbani, coordinamento ambientalista taxi, Slai Cobas
dell'ATM...
Ma occorrerebbe coinvolgere, se i tempi lo permettono, anche
organizzazioni per la difesa dei diritti dei malati, attualmente più impegnate
nel cercare finanziamenti per aiutare la ricerca di nuove terapie che a
lavorare preventivamente perché la gente non si ammali più (facendo pagare i
danni a chi li ha provocati).
Mi attendo rapide adesioni, perché i tempi
della presentazione della delibera sono ristretti (pare che a Maggio la modifica
dello statuto comunale renderà impossibile il ricorso agli strumenti della
democrazia diretta).
Inviate posta elettronica (alfonav@tin.it), chiamate lo 02/7202.252,
faxate lo 02/7202.3482
Dovremo organizzare una riunione prima
dell'uscita sulla stampa, per approfondire e dettagliare i tre obiettivi
proposti alla sottoscrizione pubblica. Bisognerà anche chiarirsi le idee
sull'impegno organizzativo che comporta una campagna come quella proposta. Un
nuovo messaggio informerà su data e luogo dell'incontro
preparatorio.
VERBALE RIUNIONE “ARIA PULITA”
DEL 3 APRILE 2000 c/o sede di Kronos, via Dogana, 2 - inizio lavori ore 21.00
- termine ore 00.30
LE
PRESENZE
Alfonso Navarra - Kronos Massimo Todisco - Osservatorio di
Milano Saverio Ferrari - coordinatore cittadino Rifondazione
Comunista
GRONDA NORD - coordinamento di 4 comitati Sergio Cucci
0338/3959039 - Gronda Nord Quarto Oggiaro Miozzi - Natalino - Gronda Nord
Niguarda
VIVI E PROGETTA UN’ALTRA MILANO - Sandro Barzaghi
VIVERE
PIAZZA VETRA Gilberto Pagani Paolo Cagna
SALVAGUARDIA NAVIGLIO
GRANDE Rina Cuccu (a titolo personale, non come comitato)
ABITARE I
NAVIGLI Mimma
Cittadini preoccupati: Mazzali - Pescali
De
Polza - tecnico dei rumori - Boatti - urbanista
Consigliere comunisti
italiani zona 3 - Paolo Boniforti
SCHIERAMENTO AMPIO: I
CONTATTI
Sono pronti a sostenere il referendum: Amici della Terra, Gaia,
Basilio Rizzo, Aldo Ferrara (pneumologo), Aldo Aniasi (contatti Navarra) -
Rifondazione Comunista - Filt-Cgil - Sunia ( contatti Pagani) I vigili
potrebbero aderire come RSU Ottolenghi (segretario provinciale DS), riferisce
Todisco, intende porsi come mediatore tra i due comitati. Aldo Aniasi è
presidente nazionale delle FIAP (federazione italiana associazioni
partigiane).
Luciano Pescali riferisce di un gruppo di studenti della
zona 4 che sarebbe disponibile a raccogliere le firme.
Ci si rivede
venerdi 7 aprile - ore 21.00 - alla Kronos, via Dogana 2 (campanello
Verdi).
Punti, emersi nella discussione, da sciogliere.
1-
Composizione del Comitato Promotore: Kronos - Osservatorio di Milano -
Comitati di Quartiere I tecnici come supporto o tra i promotori? Come
mettere Barbato (il sindacato di base dei vigili e le organizzazioni dei vigili)
tra i promotori?
2 -Importanza dell’iniziativa e rapporti con il comitato
di Legambiente E’ essenziale unificare le battaglie locali per aumentare la
loro incidenza - ma qui si tratta di adottare una logica complessiva per
rappresentare i polmoni di tutti i cittadini. Uno slogan per
l’identificazione della gente: “aria pulita”.
3- La
piattaforma Navarra contesta i Navigli e ripropone la chiusura del centro ai
Bastioni. Barzaghi è per il ritorno alle antiche formulazioni (in particolare
va inserito il decentramento delle funzioni tipo Fiera) I Navigli non
aderiscono se si parla di chiusura al traffico, il sabato, degli assi
commerciali.
4- I tempi Uscita pubblica prima o dopo le elezioni
regionali per la PROPOSTA DI REFERENDUM. Alcuni vogliono aspettare che passi
la scadenza del voto. Navarra, Todisco, Barzaghi, Ferrari e altri propongono
di uscire subito allo scoperto. 12 aprile: assemblea pubblica (prima del voto
regionale) per un PERCORSO APERTO quindi si invitano tutti i soggetti (ed
anche i giornalisti) ma ci deve essere un ben identificato soggetto promotore
ad organizzare 10 maggio: conferenza stampa di lancio 15 maggio: deposito
del quesito all’ufficio elettorale La raccolta di firme deve terminare il 30
settembre. Attenti al fatto che deve essere nominato uno dei 3 saggi. Questo
può creare dei problemi per l’ammissibilità del referendum.