La comunicazione che sottopongo
agli amici di RCM comprende due elementi: 1- l’informazione
sull’iniziativa : “Vogliamo la verità sull’aria di Milano” (conferenza stampa
del 6 aprile) - si allega un elaborato su come avviene la manipolazione dei dati
da parte della Pubblica Amministrazione 2- il verbale della riunione di
“Aria Pulita” del 3 aprile. Il comitato si riconvoca per il 7 aprile 2000 a
Kronos.
Alfonso Navarra
VOGLIAMO LA VERITA’ SULL’ARIA DI
MILANO
INIZIATIVE PER IL DIRITTO DI RESPIRARE
CONFERENZA
STAMPA IL 6 APRILE 2000
ORE 11.30 - PALAZZO
MARINO - SALA EX MATRIMONI
La conferenza stampa del 6 aprile, indetta
da Kronos, Sindacato di Base, Osservatorio di Milano, Cesaer (ed altri
promotori tra associazioni e comitati di quartiere), riguarda il lancio di una
inziativa POLITICA per denunciare la manipolazione dei dati sull’inquinamento
atmosferico e avanzare delle proposte per un monitoraggio finalizzato alla
effettiva tutela della salute dei milanesi.
Un ruolo da protagonista,
nell'iniziativa, è assegnato alle organizzazioni sindacali dei "lavoratori della
strada": sindacato di base dei vigili urbani, coordinamento ambientalista taxi,
Slai Cobas dell'ATM...
Sono stati invitati gli assessori all’ambiente
di Comune, Provincia e Regione. Il presidente della commissione ambiente della
Regione Lombardia. I capigruppo consiliari alla Provincia di
Milano.
Interviene il consigliere comunale Verde
Basilio Rizzo.
Il Prof. Aldo Ferrara, docente di penumologia
all’Università di Siena, presidente del CESAER, esporrà i dati scientifici
sull’emergenza sanitaria causata dallo smog da
traffico.
Antonio Barbato - Sindacato di
Base - Tel. 0336/526401 Alfonso Navarra- Kronos Pro Natura - Tel.
02/7202.2521 Massimo Todisco - Osservatorio di Milano Tel.
02/5730.1721 COMUNICARE PER LA
SALUTE La comunicazione delle
Istituzioni sull'inquinamento atmosferico a Milano
(elaborato di Kronos
Pro Natura)
Gli studi della Provincia di Milano , riguardanti
l’inquinamento atmosferico , rivelano come fossero già noti negli anni 50 gli
effetti cancerogeni dei prodotti derivanti dalle combustioni: quelle
industriali, quelle del riscaldamento degli edifici, in particolare quelle dei
motori a scoppio delle automobili e dei disel e come facessero di Milano,
situata in un territorio poco ventilato, un luogo particolarmente insalubre e ad
alta mortalità ( AA.VV. 1957/58). Anche in seguito, negli anni 60 e 70 ,
erano conosciute l’alta morbilità e l’alta mortalità derivanti da soglie di
inquinanti che superavano per un mese, e anche di due o tre volte , i livelli
che l’organizzazione mondiale della sanità ( OMS) indicava non dovessero essere
superati per un solo giorno (Antonella Nappi, 93). Negli anni 90 l’avvenuta
forte diminuzione dello zolfo nel combustibile usato per il riscaldamento degli
edifici , ma l’enorme aumento del traffico automobilistico , videro quest’ultimo
divenire la causa principale dell’inquinamento atmosferico. Le particelle
ultrasottili ( PM10 ) , presenti per una quota di circa il 50% nelle polveri
totali sospese (PTS) e solo oggi alle cronache dei giornali , erano descritte
come le più nocive e cancerogene - contenenti arsenico , amianto , zinco e
altre sostanze - nel 1985 (Pasquali 88). Conosciuta era la loro continua
crescita , anche per l’azione triturante dei pneumatici , la consunzione degli
stessi e l’incessante sollevamento esercitato dal traffico ( Cavallaro et al. 85
, Tebaldi 91) .
Questi fatti, riguardanti la salute di ciascuno, rimasero
sconosciuti ai cittadini e comunque estranei alla cultura urbana nel suo
complesso , proprio nei decenni in cui si affermavano scelte di sviluppo e di
conformazione del territorio quali : l’intentensificarsi degli insediamenti
industriali ; l’estensione massiccia dell’edificazione in città, nell’hinterland
e nelle campagne ; la moltiplicazione del parco macchine e dei flussi di
traffico. Scelte che andavano ad aumentare i problemi strutturali
dell’inquinamento e quindi , sia le ricadute sulla salute pubblica che la
difficoltà di recedervi. Fino a pochi anni fa , i dati riguardanti la
nocività del territorio erano segreti alle popolazioni per legge, monopolio
delle istituzioni e di alcuni tecnici in queste, punita la contravvenzione. La
segretezza ha favorito la manovrabilità delle scelte produttive e delle
politiche infrastrutturali e l’orientamento della popolazione a consumi e stili
di vita incentrati sulla mobilità privata . Evitando il confronto con la
nocività , si è accentuata l’estraneità della politica e della cultura italiane
alle problematiche della salute , enfatizzando al contrario la fiducia
nell’accrescersi del benessere ed evolvendo il pensiero collettivo alla
irresponsabilità nei confronti delle ricadute su ciascuno dei comportamenti e
consumi di massa. La crescita dell’inquinamento atmosferico e la sua
conoscenza , hanno portato un succedersi di normative internazionali ed europee
a cui anche l’Italia negli anni '80 e '90 ha dovuto adeguarsi - pur con alcune
deroghe- : la segretezza dei dati è in parte caduta ; obbligatorio è divenuto il
monitoraggio pubblico degli inquinanti ; il risanamento dell’aria è stato
demandato alle Regioni ( DPCM 28-3-83 e DPR 24-5-88 ). Se questo ha aperto la
via alla discussione politica dei problemi che legano : conformazione del
territorio, mobilità e salute, con una apertura anche alla partecipazione dei
cittadini, non ha però mutato di molto , sino ad ora , l’equilibrio delle forze
che su queste questioni si giocano, né la renitenza delle forze politiche a
cogliere questa opportunità e la comunicazione con i cittadini è rimasta in
buona parte censoria e necessariamente è divenuta
manipolatoria. Il monitoraggio
pubblico La Legge ha dato valori
limite alle concentrazioni degli inquinanti monitorati e tempi massimi di
esposizione , fa riferimento alla tutela della salute del cittadino dal
rischio individuale , in rapporto alla centralina in cui il rischio può essere
più elevato. Nei luoghi in cui l’inquinamento si presenta in modo stabile i
limiti di concentrazione per tempo espositivo sono più bassi e si chiamano
valori guida. Questi ultimi sono sempre superati a Milano da tutte le
centraline ed è probabile che la massima parte della popolazione li abbia
neppure sentiti nominare . E’ stato il raggiungimento dei valori limite a
denunciare alla popolazione che l’aria non è buona, ma anche a dimostrare che
questi valori possono essere superati e subiti per giorni . La comunicazione
con i cittadini ha preso avvio nel dicembre ’91 con l’annuncio del Sindaco
Pillitteri :“ Milano è la città più inquinata del mondo ”; quel mese , come
sempre per via degli acquisti di Natale , venivano superati i limiti di legge di
due o tre volte per concentrazione di inquinanti e per tempi infinitamente più
lunghi di quelli normati ( Antonella Nappi 93 ) .Targhe alterne e blocco del
traffico furono misure tardive che videro le brezze ripulire l’aria ; potevano
però dare l’impressione che le autorità scoprissero una situazione che
avrebbero controllata meglio in futuro. Per un certo tempo si potevano
leggere sui quotidiani i dati delle centraline raffrontati alle norme di legge e
anche assistere al loro superamento . In seguito , la sostituzione dei dati
reali e dei limiti di legge con giudizi complessivi sull’aria della città ,
molto benevoli , e con livelli di attenzione e livelli di allarme
, desunti da Decreti legge provvisori della Regione Lombardia e del
Ministero dell’ambiente - che con questi ultimi raddoppiano il limite
tollerabile e per tempi molto più lunghi -, permettevano di abbassare
notevolmente la preoccupazione della popolazione. Ma anche la chiusura di alcune
centraline ad alti indici , l’aggregazione dei dati di molte centraline a
diversa collocazione ambientale , il loro computo per raggiungere
Stati complessivi di attenzione o di allarme - quest’ultimo
nei fatti irraggiungibile - che implicassero misure di controllo del traffico,
hanno finito con il legittimare tutto l’inquinamento esistente e al contempo
rassicurare la popolazione che la qualità dell’aria sia tollerabile .
Per
rispettare le soglie di legge , il traffico automobilistico dovrebbe essere
dimezzato o più ridotto ancora se si volessero rispettare le soglie guida :
avere cioè l'aria davvero respirabile . Diverse pubblicazioni Istituzionali lo
dicono , con l’indicazione di redistribuire sul territorio attività e
opportunità che attraggono spostamenti , promuovere l'uso della bicicletta in
città , potenziare i mezzi pubblici. e ridurre il trasporto di merci ( Gualdi et
al. 91 ; Tamponi et al. 92 ; Angelino et al. 93, AA.VV. 95 , Rifici
96) Questo è, naturalmente, un grosso impegno , sovverte linee di sviluppo e
interessi economici , ma anche messaggi culturali di potenza individualistica.
Si è preferito continuare a leggere il problema come un fatto contingente di
emissioni che , una per volta , la tecnologia dovrà ridurre . Non importa se
bisogna alzare la tollerabilità delle emissioni da più tempo monitorate o di
quelle che crescono nel frattempo come è stato per l’Ozono, e di volta in volta
fare lo stesso con quelle che divenvono monitorate come è stato per il Benzene e
recentemente per le polveri sottili ( PM10 ) . Non importa se con metodi come la
catalizzazione del parco macchine che necessita di benzine ad alta emissione di
cancerogeni , questi aumenteranno, vorrà dire che altro tempo sarà impiegato
nell’introdurre il monitoraggio dei nuovi inquinanti, una normativa che li
regoli, in seguito altri anni possono passare prima di ottemperarvi. In
questo modo saltuariamente si rinnova l’annuncio che l’aria è inquinata, ma
l’inquinante è nuovo, lo si accompagna con un programma di riduzione delle
concentrazioni ammesse , a lungo termine ; sucessivamente l’informazione su
quella sostanza seguirà una normativa che ne mostri solo le fasi acute , eppure
sopportabili per Decreto( Antonella Nappi 96 , 97 ). Proprio la gestione del
limite introdotto per legge alle polveri sottili, che in Lombardia e a Milano è
iniziata nel gennaio 2000, riassume quanto avvenuto per altri inquinanti in
questi decenni . I Decreti Regionali raddoppiano la concentrazione sopportabile
da 50 ug/mc a 100 ug/mc . Per sette giorni di superamento del 50 ug/mc in tutte
le centraline dell’area omogenea non ci sono informazioni e sui giornali
apparirà la locandina dell’assessorato all’ambiente che definisce lo stato
dell’aria NORMALE . Nei giorni sucessivi si avrà notizia che l’aria è sotto
attenzione e vigerà un regime che permette alle automobili non catalizzate di
circolare prima delle 9 del mattino e dopo le 18 , più oltre : prima delle 8 e
dopo le 20 . Solo al superamento di 100 ug/mc - la realtà può presentare indici
complessivi a Milano di 170 ug/mc come il 6 gennaio.- , per sette giorni in
tutte le centraline dell’area omogenea , secondo la normativa regionale dovrà
operarsi un blocco del traffico . E’ facile che nel frattempo cambi il tempo
metereologico, su questo elemento vengono di solito calcolati i giorni di
tolleranza ; altrimenti sarà lo stabilire una data a dare ancora un po' di tempo
: la prossima domenica magari , quando il traffico è a Milano d’abitudine molto
ridotto ; per le ore del rientro dal fine settimana il divieto sarà tolto . Tra
cinque anni , un obbligo europeo di riduzione del numero dei giorni di alte
soglie , richiederà una verifica di quanto intercorso nel frattempo . E’
evidente la nocività che la popolazione è costretta a subire , malattia e
mortalità - millecinquecento morti l’anno per l’inquinamento atmosferico a
Milano sono stimati dal direttore dell’istituto dei tumori ( Crosignani 95
) - continuano ad assorbire
l’affermarsi di altri interessi . La salute continua ad essere un bene privo di
rappresentanti , perchè l’amministrazione pubblica è sottoposta a interessi più
forti : politici , economici , anche di autoreferenzialità , e i cittadini,
purtroppo, non lo immaginano.
Il risanamento
dell’aria
Nel piano di risanamento
dell'aria redatto dalla Regione Lombardia nel’94 , - al posto del risanamento
che la Legge pretendeva per quella data -, si dichiara che tre milioni e mezzo
di cittadini nel quadrilatero tra Varese, Lecco , Bergamo e l’area metropolitana
milanese , sono in condizione di grave rischio per la salute e si prevede di
riuscire nei prossimi otto anni a contenere o limitare il peggioramento
della qualità dell’aria. Così a proposito dell'ozono (AA.VV. 95 ) si dichiara
che altissimi livelli saranno da tollerare per diverse estati perchè la sua
riduzione richiede alcuni decenni , al contempo si invitano i cittadini a
compiere volontariamente azioni come: non usare l'automobile nè la motocicletta
; se in automobile tenere una velocità più bassa di quella permessa ; non
acquistare prodotti che necessitano lunghi trasporti. Anche nella monografia sul
CO ( Bocci et al. 97 ) si descrivono , in modo estremamente specialistico il
susseguirsi nei giorni degli alti livelli . Nella presentazione , l’Assessore
all’ambiente Facchi e il Presidente della Provincia Tamberi si auspicano che i1
cittadino, leggendo quel testo, si renda conto del contributo che può dare per
rendere l'aria più respirabile. Questo testo ha una diffusione ad personam in
poche copie perchè fuori commercio , il cittadino comune non lo vedrà mai.
L'impressione è che, per dire senza poter fare , l’ammistrazione pubblica
finisca col nascondersi dietro i cittadini, colpevoli di inquinare, quasi a
dimostrazione che sono loro stessi a non permettere la riduzione del traffico ,
in un ribaltamento di responsabilità , per cui sarebbe il singolo, allo stato
individuale , responsabile dello stile di vita che conduciamo e non la sua forma
organizzata e delegata a governare il paese. Naturalmente non c’è un’azione
individuale che ponga rimedio all’inquinamento atmosferico , l’automobile è
utilizzata comunque sempre da altri . Da chi raggiunge il proprio posto di
lavoro dall’hinterland, o addirittura da altre regioni ; da chi non può
intendersi senza infilarsi nel veicolo per qualsiasi spostamento ; da chi
trasporta i bambini a godere di servizi che non ci sono in quartiere, nè
troverebbe agevole muoversi nel circondario tra le auto posteggiate sui
marciapiedi e tra quelle in movimento ; da chi va in città o in centro per
divertimento la sera : molti giovani per esempio , cresciuti constatando che
vita adulta e vita sociale sono ottenere un proprio mezzo di locomozione a
motore. E’ una scelta collettiva quella che ha rilevanza su questo problema
come su tutti quelli che riguardano i comportamenti collettivi. Soltanto le
autorità costituite possono agire perchè l’inquinamento divenga un pericolo da
evitare per ciascuno sapendo che da ciascuno è evitato. Se decisioni in questo
senso si volessero prendere , molte sono le campagne informative da attuare per
cercare il consenso della popolazione, certo devono essere accompagnate da
alternative che garantiscano l’accessibilità del territorio. Le indicazioni
pubbliche fornite in questi anni dalle istituzioni sono invece gli inviti a non
uscire di casa rivolti ad anziani e bambini nei giorni di massimo
inquinamento, che si accompagnano a quelli perchè volontariamente qualcuno non
utilizzi l'automobile. L'uno sembra descrivere uno stato di guerra, l'altro
denota una preoccupazione minimale, ambedue avvengono in sordina data la
ripetizione nel tempo ed assuefanno a considerare l’inevitabilità del danno come
la propria impotenza verso il fenomeno .
UNA DELIBERA DI INIZIATIVA
POPOLARE PER IL DIRITTO DI RESPIRARE
CONFERENZA STAMPA IL 6 APRILE 2000
Palazzo Marino, ex sala matrimoni - ore 12.00
La conferenza
stampa del 6 aprile, indetta da Kronos, Sindacato di Base, Osservatorio di
Milano, Cesaer (ed eventualmente altri promotori tra associazioni e comitati di
quartiere), riguarda la denuncia della manipolazione dei dati sulla qualità
dell’aria e il lancio di inziativa politica per un monitoraggio effettivamente
rivolto alla tutela della salute.
Le proposte sono due. A livello
regionale, istituire l'osservatorio epidemiologico sulle malattie da
inquinamento atmosferico, avente ad oggetto tutti i cittadini, ma con
particolare attenzione ai "lavoratori della strada" (Basilio Rizzo, se eletto
consigliere, presenterà una proposta di legge in merito);
A livello
provinciale, raccogliere le firme (3.500) per una delibera di iniziativa
popolare comprendente due punti:
1- un monitoraggio dello smog
finalizzato alla effettiva tutela della salute, riaprendo le centraline c hiuse
nel centro storico e facendo scattare i provvedimenti restrittivi del traffico
all'attenzione, ANCHE ZONA PER ZONA, per evitare il raggiungimento
dell'allarme;
2- la sperimentazione di un innovativo sistema di
monitoraggio, a basso costo (5 milioni ad apparecchio), basso consumo
energetico, capillarità di distribuzione: i "funghetti" applicati sugli armadi
ripartilinee telefoniche.
Con tale delibera, non in contraddizione con un
eventuale referendum complessivo sul traffico, di cui stanno discutendo varie
associazioni e comitati, i promotori sottolineano l'importanza di una battaglia
contro lo smog da traffico basata su un accoppiamento indissolubile tra
l'istanza della tutela ambientale e quella della tutela della salute.
Un
ruolo da protagonista, nell'iniziativa, deve essere assegnato alle
organizzazioni sindacali dei "lavoratori della strada": sindacato di base dei
vigili urbani, coordinamento ambientalista taxi, Slai Cobas
dell'ATM...
Ma occorrerebbe coinvolgere, se i tempi lo permettono, anche
organizzazioni per la difesa dei diritti dei malati, attualmente più impegnate
nel cercare finanziamenti per aiutare la ricerca di nuove terapie che a
lavorare preventivamente perché la gente non si ammali più (facendo pagare i
danni a chi li ha provocati).
Mi attendo rapide adesioni, perché i tempi
della presentazione della delibera sono ristretti (pare che a Maggio la modifica
dello statuto comunale renderà impossibile il ricorso agli strumenti della
democrazia diretta).
Inviate posta elettronica (alfonav@tin.it), chiamate lo 02/7202.252,
faxate lo 02/7202.3482
Dovremo organizzare una riunione prima
dell'uscita sulla stampa, per approfondire e dettagliare i tre obiettivi
proposti alla sottoscrizione pubblica. Bisognerà anche chiarirsi le idee
sull'impegno organizzativo che comporta una campagna come quella proposta. Un
nuovo messaggio informerà su data e luogo dell'incontro
preparatorio.
VERBALE RIUNIONE “ARIA PULITA”
DEL 3 APRILE 2000 c/o sede di Kronos, via Dogana, 2 - inizio lavori ore 21.00
- termine ore 00.30
LE
PRESENZE
Alfonso Navarra - Kronos Massimo Todisco - Osservatorio di
Milano Saverio Ferrari - coordinatore cittadino Rifondazione
Comunista
GRONDA NORD - coordinamento di 4 comitati Sergio Cucci
0338/3959039 - Gronda Nord Quarto Oggiaro Miozzi - Natalino - Gronda Nord
Niguarda
VIVI E PROGETTA UN’ALTRA MILANO - Sandro Barzaghi
VIVERE
PIAZZA VETRA Gilberto Pagani Paolo Cagna
SALVAGUARDIA NAVIGLIO
GRANDE Rina Cuccu (a titolo personale, non come comitato)
ABITARE I
NAVIGLI Mimma
Cittadini preoccupati: Mazzali - Pescali
De
Polza - tecnico dei rumori - Boatti - urbanista
Consigliere comunisti
italiani zona 3 - Paolo Boniforti
SCHIERAMENTO AMPIO: I
CONTATTI
Sono pronti a sostenere il referendum: Amici della Terra, Gaia,
Basilio Rizzo, Aldo Ferrara (pneumologo), Aldo Aniasi (contatti Navarra) -
Rifondazione Comunista - Filt-Cgil - Sunia ( contatti Pagani) I vigili
potrebbero aderire come RSU Ottolenghi (segretario provinciale DS), riferisce
Todisco, intende porsi come mediatore tra i due comitati. Aldo Aniasi è
presidente nazionale delle FIAP (federazione italiana associazioni
partigiane).
Luciano Pescali riferisce di un gruppo di studenti della
zona 4 che sarebbe disponibile a raccogliere le firme.
Ci si rivede
venerdi 7 aprile - ore 21.00 - alla Kronos, via Dogana 2 (campanello
Verdi).
Punti, emersi nella discussione, da sciogliere.
1-
Composizione del Comitato Promotore: Kronos - Osservatorio di Milano -
Comitati di Quartiere I tecnici come supporto o tra i promotori? Come
mettere Barbato (il sindacato di base dei vigili e le organizzazioni dei vigili)
tra i promotori?
2 -Importanza dell’iniziativa e rapporti con il comitato
di Legambiente E’ essenziale unificare le battaglie locali per aumentare la
loro incidenza - ma qui si tratta di adottare una logica complessiva per
rappresentare i polmoni di tutti i cittadini. Uno slogan per
l’identificazione della gente: “aria pulita”.
3- La
piattaforma Navarra contesta i Navigli e ripropone la chiusura del centro ai
Bastioni. Barzaghi è per il ritorno alle antiche formulazioni (in particolare
va inserito il decentramento delle funzioni tipo Fiera) I Navigli non
aderiscono se si parla di chiusura al traffico, il sabato, degli assi
commerciali.
4- I tempi Uscita pubblica prima o dopo le elezioni
regionali per la PROPOSTA DI REFERENDUM. Alcuni vogliono aspettare che passi
la scadenza del voto. Navarra, Todisco, Barzaghi, Ferrari e altri propongono
di uscire subito allo scoperto. 12 aprile: assemblea pubblica (prima del voto
regionale) per un PERCORSO APERTO quindi si invitano tutti i soggetti (ed
anche i giornalisti) ma ci deve essere un ben identificato soggetto promotore
ad organizzare 10 maggio: conferenza stampa di lancio 15 maggio: deposito
del quesito all’ufficio elettorale La raccolta di firme deve terminare il 30
settembre. Attenti al fatto che deve essere nominato uno dei 3 saggi. Questo
può creare dei problemi per l’ammissibilità del referendum. |
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