domenica 25 settembre 2011

la verità sul aria che respiriamo

La comunicazione che sottopongo agli amici di RCM comprende due elementi:
1- l’informazione sull’iniziativa : “Vogliamo la verità sull’aria di Milano” (conferenza stampa del 6 aprile) - si allega un elaborato su come avviene la manipolazione dei dati da parte della Pubblica Amministrazione
2- il verbale della riunione di “Aria Pulita” del 3 aprile. Il comitato si riconvoca per il 7 aprile 2000 a Kronos.

Alfonso Navarra


VOGLIAMO LA VERITA’ SULL’ARIA DI MILANO

INIZIATIVE PER IL DIRITTO DI RESPIRARE


CONFERENZA STAMPA IL 6 APRILE 2000



ORE 11.30 - PALAZZO MARINO - SALA EX MATRIMONI


La conferenza stampa del 6 aprile, indetta da Kronos, Sindacato di Base, Osservatorio di Milano, Cesaer (ed altri promotori tra associazioni e comitati di quartiere), riguarda il lancio di una inziativa POLITICA per denunciare la manipolazione dei dati sull’inquinamento atmosferico e avanzare delle proposte per un monitoraggio finalizzato alla effettiva tutela della salute dei milanesi.

Un ruolo da protagonista, nell'iniziativa, è assegnato alle organizzazioni sindacali dei "lavoratori della strada": sindacato di base dei vigili urbani, coordinamento ambientalista taxi, Slai Cobas dell'ATM...


Sono stati invitati gli assessori all’ambiente di Comune, Provincia e Regione. Il presidente della commissione ambiente della Regione Lombardia. I capigruppo consiliari alla Provincia di Milano.


Interviene il consigliere comunale Verde Basilio Rizzo.

Il Prof. Aldo Ferrara, docente di penumologia all’Università di Siena, presidente del CESAER, esporrà i dati scientifici sull’emergenza sanitaria causata dallo smog da traffico.

Antonio Barbato - Sindacato di Base - Tel. 0336/526401
Alfonso Navarra- Kronos Pro Natura - Tel. 02/7202.2521
Massimo Todisco - Osservatorio di Milano Tel. 02/5730.1721


COMUNICARE PER LA SALUTE
La comunicazione delle Istituzioni
sull'inquinamento atmosferico a Milano


(elaborato di Kronos Pro Natura)


Gli studi della Provincia di Milano , riguardanti l’inquinamento atmosferico , rivelano come fossero già noti negli anni 50 gli effetti cancerogeni dei prodotti derivanti dalle combustioni: quelle industriali, quelle del riscaldamento degli edifici, in particolare quelle dei motori a scoppio delle automobili e dei disel e come facessero di Milano, situata in un territorio poco ventilato, un luogo particolarmente insalubre e ad alta mortalità ( AA.VV. 1957/58).
Anche in seguito, negli anni 60 e 70 , erano conosciute l’alta morbilità e l’alta mortalità derivanti da soglie di inquinanti che superavano per un mese, e anche di due o tre volte , i livelli che l’organizzazione mondiale della sanità ( OMS) indicava non dovessero essere superati per un solo giorno (Antonella Nappi, 93). Negli anni 90 l’avvenuta forte diminuzione dello zolfo nel combustibile usato per il riscaldamento degli edifici , ma l’enorme aumento del traffico automobilistico , videro quest’ultimo divenire la causa principale dell’inquinamento atmosferico.
Le particelle ultrasottili ( PM10 ) , presenti per una quota di circa il 50% nelle polveri totali sospese (PTS) e solo oggi alle cronache dei giornali , erano descritte come le più nocive e cancerogene - contenenti arsenico , amianto , zinco e altre sostanze - nel 1985 (Pasquali 88). Conosciuta era la loro continua crescita , anche per l’azione triturante dei pneumatici , la consunzione degli stessi e l’incessante sollevamento esercitato dal traffico ( Cavallaro et al. 85 , Tebaldi 91) .

Questi fatti, riguardanti la salute di ciascuno, rimasero sconosciuti ai cittadini e comunque estranei alla cultura urbana nel suo complesso , proprio nei decenni in cui si affermavano scelte di sviluppo e di conformazione del territorio quali : l’intentensificarsi degli insediamenti industriali ; l’estensione massiccia dell’edificazione in città, nell’hinterland e nelle campagne ; la moltiplicazione del parco macchine e dei flussi di traffico. Scelte che andavano ad aumentare i problemi strutturali dell’inquinamento e quindi , sia le ricadute sulla salute pubblica che la difficoltà di recedervi.
Fino a pochi anni fa , i dati riguardanti la nocività del territorio erano segreti alle popolazioni per legge, monopolio delle istituzioni e di alcuni tecnici in queste, punita la contravvenzione. La segretezza ha favorito la manovrabilità delle scelte produttive e delle politiche infrastrutturali e l’orientamento della popolazione a consumi e stili di vita incentrati sulla mobilità privata . Evitando il confronto con la nocività , si è accentuata l’estraneità della politica e della cultura italiane alle problematiche della salute , enfatizzando al contrario la fiducia nell’accrescersi del benessere ed evolvendo il pensiero collettivo alla irresponsabilità nei confronti delle ricadute su ciascuno dei comportamenti e consumi di massa.
La crescita dell’inquinamento atmosferico e la sua conoscenza , hanno portato un succedersi di normative internazionali ed europee a cui anche l’Italia negli anni '80 e '90 ha dovuto adeguarsi - pur con alcune deroghe- : la segretezza dei dati è in parte caduta ; obbligatorio è divenuto il monitoraggio pubblico degli inquinanti ; il risanamento dell’aria è stato demandato alle Regioni ( DPCM 28-3-83 e DPR 24-5-88 ). Se questo ha aperto la via alla discussione politica dei problemi che legano : conformazione del territorio, mobilità e salute, con una apertura anche alla partecipazione dei cittadini, non ha però mutato di molto , sino ad ora , l’equilibrio delle forze che su queste questioni si giocano, né la renitenza delle forze politiche a cogliere questa opportunità e la comunicazione con i cittadini è rimasta in buona parte censoria e necessariamente è divenuta manipolatoria.
Il monitoraggio pubblico
La Legge ha dato valori limite alle concentrazioni degli inquinanti monitorati e tempi massimi di esposizione , fa riferimento alla tutela della salute del cittadino dal rischio individuale , in rapporto alla centralina in cui il rischio può essere più elevato. Nei luoghi in cui l’inquinamento si presenta in modo stabile i limiti di concentrazione per tempo espositivo sono più bassi e si chiamano valori guida. Questi ultimi sono sempre superati a Milano da tutte le centraline ed è probabile che la massima parte della popolazione li abbia neppure sentiti nominare . E’ stato il raggiungimento dei valori limite a denunciare alla popolazione che l’aria non è buona, ma anche a dimostrare che questi valori possono essere superati e subiti per giorni .
La comunicazione con i cittadini ha preso avvio nel dicembre ’91 con l’annuncio del Sindaco Pillitteri :“ Milano è la città più inquinata del mondo ”; quel mese , come sempre per via degli acquisti di Natale , venivano superati i limiti di legge di due o tre volte per concentrazione di inquinanti e per tempi infinitamente più lunghi di quelli normati ( Antonella Nappi 93 ) .Targhe alterne e blocco del traffico furono misure tardive che videro le brezze ripulire l’aria ; potevano però dare l’impressione che le autorità scoprissero una situazione che avrebbero controllata meglio in futuro.
Per un certo tempo si potevano leggere sui quotidiani i dati delle centraline raffrontati alle norme di legge e anche assistere al loro superamento . In seguito , la sostituzione dei dati reali e dei limiti di legge con giudizi complessivi sull’aria della città , molto benevoli , e con livelli di attenzione e livelli di allarme , desunti da Decreti legge provvisori della Regione Lombardia e del Ministero dell’ambiente - che con questi ultimi raddoppiano il limite tollerabile e per tempi molto più lunghi -, permettevano di abbassare notevolmente la preoccupazione della popolazione. Ma anche la chiusura di alcune centraline ad alti indici , l’aggregazione dei dati di molte centraline a diversa collocazione ambientale ,
il loro computo per raggiungere Stati complessivi di attenzione o di allarme - quest’ultimo nei fatti irraggiungibile - che implicassero misure di controllo del traffico, hanno finito con il legittimare tutto l’inquinamento esistente e al contempo rassicurare la popolazione che la qualità dell’aria sia tollerabile .

Per rispettare le soglie di legge , il traffico automobilistico dovrebbe essere dimezzato o più ridotto ancora se si volessero rispettare le soglie guida : avere cioè l'aria davvero respirabile . Diverse pubblicazioni Istituzionali lo dicono , con l’indicazione di redistribuire sul territorio attività e opportunità che attraggono spostamenti , promuovere l'uso della bicicletta in città , potenziare i mezzi pubblici. e ridurre il trasporto di merci ( Gualdi et al. 91 ; Tamponi et al. 92 ; Angelino et al. 93, AA.VV. 95 , Rifici 96)
Questo è, naturalmente, un grosso impegno , sovverte linee di sviluppo e interessi economici , ma anche messaggi culturali di potenza individualistica. Si è preferito continuare a leggere il problema come un fatto contingente di emissioni che , una per volta , la tecnologia dovrà ridurre . Non importa se bisogna alzare la tollerabilità delle emissioni da più tempo monitorate o di quelle che crescono nel frattempo come è stato per l’Ozono, e di volta in volta fare lo stesso con quelle che divenvono monitorate come è stato per il Benzene e recentemente per le polveri sottili ( PM10 ) . Non importa se con metodi come la catalizzazione del parco macchine che necessita di benzine ad alta emissione di cancerogeni , questi aumenteranno, vorrà dire che altro tempo sarà impiegato nell’introdurre il monitoraggio dei nuovi inquinanti, una normativa che li regoli, in seguito altri anni possono passare prima di ottemperarvi.
In questo modo saltuariamente si rinnova l’annuncio che l’aria è inquinata, ma l’inquinante è nuovo, lo si accompagna con un programma di riduzione delle concentrazioni ammesse , a lungo termine ; sucessivamente l’informazione su quella sostanza seguirà una normativa che ne mostri solo le fasi acute , eppure sopportabili per Decreto( Antonella Nappi 96 , 97 ).
Proprio la gestione del limite introdotto per legge alle polveri sottili, che in Lombardia e a Milano è iniziata nel gennaio 2000, riassume quanto avvenuto per altri inquinanti in questi decenni . I Decreti Regionali raddoppiano la concentrazione sopportabile da 50 ug/mc a 100 ug/mc . Per sette giorni di superamento del 50 ug/mc in tutte le centraline dell’area omogenea non ci sono informazioni e sui giornali apparirà la locandina dell’assessorato all’ambiente che definisce lo stato dell’aria NORMALE . Nei giorni sucessivi si avrà notizia che l’aria è sotto attenzione e vigerà un regime che permette alle automobili non catalizzate di circolare prima delle 9 del mattino e dopo le 18 , più oltre : prima delle 8 e dopo le 20 . Solo al superamento di 100 ug/mc - la realtà può presentare indici complessivi a Milano di 170 ug/mc come il 6 gennaio.- , per sette giorni in tutte le centraline dell’area omogenea , secondo la normativa regionale dovrà operarsi un blocco del traffico . E’ facile che nel frattempo cambi il tempo metereologico, su questo elemento vengono di solito calcolati i giorni di tolleranza ; altrimenti sarà lo stabilire una data a dare ancora un po' di tempo : la prossima domenica magari , quando il traffico è a Milano d’abitudine molto ridotto ; per le ore del rientro dal fine settimana il divieto sarà tolto . Tra cinque anni , un obbligo europeo di riduzione del numero dei giorni di alte soglie , richiederà una verifica di quanto intercorso nel frattempo . E’ evidente la nocività che la popolazione è costretta a subire , malattia e mortalità - millecinquecento morti l’anno per l’inquinamento atmosferico a Milano sono stimati dal direttore dell’istituto dei tumori ( Crosignani 95 )
- continuano ad assorbire l’affermarsi di altri interessi . La salute continua ad essere un bene privo di rappresentanti , perchè l’amministrazione pubblica è sottoposta a interessi più forti : politici , economici , anche di autoreferenzialità , e i cittadini, purtroppo, non lo immaginano.

Il risanamento dell’aria

Nel piano di risanamento dell'aria redatto dalla Regione Lombardia nel’94 , - al posto del risanamento che la Legge pretendeva per quella data -, si dichiara che tre milioni e mezzo di cittadini nel quadrilatero tra Varese, Lecco , Bergamo e l’area metropolitana milanese , sono in condizione di grave rischio per la salute e si prevede di riuscire nei prossimi otto anni a contenere o limitare il peggioramento della qualità dell’aria. Così a proposito dell'ozono (AA.VV. 95 ) si dichiara che altissimi livelli saranno da tollerare per diverse estati perchè la sua riduzione richiede alcuni decenni , al contempo si invitano i cittadini a compiere volontariamente azioni come: non usare l'automobile nè la motocicletta ; se in automobile tenere una velocità più bassa di quella permessa ; non acquistare prodotti che necessitano lunghi trasporti. Anche nella monografia sul CO ( Bocci et al. 97 ) si descrivono , in modo estremamente specialistico il susseguirsi nei giorni degli alti livelli . Nella presentazione , l’Assessore all’ambiente Facchi e il Presidente della Provincia Tamberi si auspicano che i1 cittadino, leggendo quel testo, si renda conto del contributo che può dare per rendere l'aria più respirabile. Questo testo ha una diffusione ad personam in poche copie perchè fuori commercio , il cittadino comune non lo vedrà mai. L'impressione è che, per dire senza poter fare , l’ammistrazione pubblica finisca col nascondersi dietro i cittadini, colpevoli di inquinare, quasi a dimostrazione che sono loro stessi a non permettere la riduzione del traffico , in un ribaltamento di responsabilità , per cui sarebbe il singolo, allo stato individuale , responsabile dello stile di vita che conduciamo e non la sua forma organizzata e delegata a governare il paese.
Naturalmente non c’è un’azione individuale che ponga rimedio all’inquinamento atmosferico , l’automobile è utilizzata comunque sempre da altri . Da chi raggiunge il proprio posto di lavoro dall’hinterland, o addirittura da altre regioni ; da chi non può intendersi senza infilarsi nel veicolo per qualsiasi spostamento ; da chi trasporta i bambini a godere di servizi che non ci sono in quartiere, nè troverebbe agevole muoversi nel circondario tra le auto posteggiate sui marciapiedi e tra quelle in movimento ; da chi va in città o in centro per divertimento la sera : molti giovani per esempio , cresciuti constatando che vita adulta e vita sociale sono ottenere un proprio mezzo di locomozione a motore.
E’ una scelta collettiva quella che ha rilevanza su questo problema come su tutti quelli che riguardano i comportamenti collettivi. Soltanto le autorità costituite possono agire perchè l’inquinamento divenga un pericolo da evitare per ciascuno sapendo che da ciascuno è evitato. Se decisioni in questo senso si volessero prendere , molte sono le campagne informative da attuare per cercare il consenso della popolazione, certo devono essere accompagnate da alternative che garantiscano l’accessibilità del territorio.
Le indicazioni pubbliche fornite in questi anni dalle istituzioni sono invece gli inviti a non uscire di casa rivolti ad anziani e bambini nei giorni di massimo inquinamento, che si accompagnano a quelli perchè volontariamente qualcuno non utilizzi l'automobile. L'uno sembra descrivere uno stato di guerra, l'altro denota una preoccupazione minimale, ambedue avvengono in sordina data la ripetizione nel tempo ed assuefanno a considerare l’inevitabilità del danno come la propria impotenza verso il fenomeno .

UNA DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE PER IL DIRITTO DI RESPIRARE

CONFERENZA STAMPA IL 6 APRILE 2000

Palazzo Marino, ex sala matrimoni - ore 12.00

La conferenza stampa del 6 aprile, indetta da Kronos, Sindacato di Base, Osservatorio di Milano, Cesaer (ed eventualmente altri promotori tra associazioni e comitati di quartiere), riguarda la denuncia della manipolazione dei dati sulla qualità dell’aria e il lancio di inziativa politica per un monitoraggio effettivamente rivolto alla tutela della salute.

Le proposte sono due.
A livello regionale, istituire l'osservatorio epidemiologico sulle malattie da inquinamento atmosferico, avente ad oggetto tutti i cittadini, ma con particolare attenzione ai "lavoratori della strada" (Basilio Rizzo, se eletto consigliere, presenterà una proposta di legge in merito);

A livello provinciale, raccogliere le firme (3.500) per una delibera di iniziativa popolare comprendente due punti:

1- un monitoraggio dello smog finalizzato alla effettiva tutela della salute, riaprendo le centraline c hiuse nel centro storico e facendo scattare i provvedimenti restrittivi del traffico all'attenzione, ANCHE ZONA PER ZONA, per evitare il raggiungimento dell'allarme;

2- la sperimentazione di un innovativo sistema di monitoraggio, a basso costo (5 milioni ad apparecchio), basso consumo energetico, capillarità di distribuzione: i "funghetti" applicati sugli armadi ripartilinee telefoniche.

Con tale delibera, non in contraddizione con un eventuale referendum complessivo sul traffico, di cui stanno discutendo varie associazioni e comitati, i promotori sottolineano l'importanza di una battaglia contro lo smog da traffico basata su un accoppiamento indissolubile tra l'istanza della tutela ambientale e quella della tutela della salute.

Un ruolo da protagonista, nell'iniziativa, deve essere assegnato alle organizzazioni sindacali dei "lavoratori della strada": sindacato di base dei vigili urbani, coordinamento ambientalista taxi, Slai Cobas dell'ATM...

Ma occorrerebbe coinvolgere, se i tempi lo permettono, anche organizzazioni per la difesa dei diritti dei malati, attualmente più impegnate nel cercare finanziamenti per aiutare la ricerca di nuove terapie che a lavorare preventivamente perché la gente non si ammali più (facendo pagare i danni a chi li ha provocati).

Mi attendo rapide adesioni, perché i tempi della presentazione della delibera sono ristretti (pare che a Maggio la modifica dello statuto comunale renderà impossibile il ricorso agli strumenti della democrazia diretta).

Inviate posta elettronica (alfonav@tin.it), chiamate lo 02/7202.252, faxate lo 02/7202.3482

Dovremo organizzare una riunione prima dell'uscita sulla stampa, per approfondire e dettagliare i tre obiettivi proposti alla sottoscrizione pubblica. Bisognerà anche chiarirsi le idee sull'impegno organizzativo che comporta una campagna come quella proposta.
Un nuovo messaggio informerà su data e luogo dell'incontro preparatorio.




VERBALE RIUNIONE “ARIA PULITA” DEL 3 APRILE 2000
c/o sede di Kronos, via Dogana, 2 - inizio lavori ore 21.00 - termine ore 00.30


LE PRESENZE

Alfonso Navarra - Kronos
Massimo Todisco - Osservatorio di Milano
Saverio Ferrari - coordinatore cittadino Rifondazione Comunista

GRONDA NORD - coordinamento di 4 comitati
Sergio Cucci 0338/3959039 - Gronda Nord Quarto Oggiaro
Miozzi - Natalino - Gronda Nord Niguarda

VIVI E PROGETTA UN’ALTRA MILANO - Sandro Barzaghi

VIVERE PIAZZA VETRA
Gilberto Pagani
Paolo Cagna

SALVAGUARDIA NAVIGLIO GRANDE
Rina Cuccu (a titolo personale, non come comitato)

ABITARE I NAVIGLI
Mimma

Cittadini preoccupati: Mazzali - Pescali

De Polza - tecnico dei rumori - Boatti - urbanista

Consigliere comunisti italiani zona 3 - Paolo Boniforti



SCHIERAMENTO AMPIO: I CONTATTI

Sono pronti a sostenere il referendum: Amici della Terra, Gaia, Basilio Rizzo, Aldo Ferrara (pneumologo), Aldo Aniasi (contatti Navarra) -
Rifondazione Comunista -
Filt-Cgil - Sunia ( contatti Pagani)
I vigili potrebbero aderire come RSU
Ottolenghi (segretario provinciale DS), riferisce Todisco, intende porsi come mediatore tra i due comitati.
Aldo Aniasi è presidente nazionale delle FIAP (federazione italiana associazioni partigiane).

Luciano Pescali riferisce di un gruppo di studenti della zona 4 che sarebbe disponibile a raccogliere le firme.

Ci si rivede venerdi 7 aprile - ore 21.00 - alla Kronos, via Dogana 2 (campanello Verdi).

Punti, emersi nella discussione, da sciogliere.

1- Composizione del Comitato Promotore:
Kronos - Osservatorio di Milano - Comitati di Quartiere
I tecnici come supporto o tra i promotori?
Come mettere Barbato (il sindacato di base dei vigili e le organizzazioni dei vigili) tra i promotori?

2 -Importanza dell’iniziativa e rapporti con il comitato di Legambiente
E’ essenziale unificare le battaglie locali per aumentare la loro incidenza - ma qui si tratta di adottare una logica complessiva per rappresentare i polmoni di tutti i cittadini.
Uno slogan per l’identificazione della gente: “aria pulita”.

3- La piattaforma
Navarra contesta i Navigli e ripropone la chiusura del centro ai Bastioni.
Barzaghi è per il ritorno alle antiche formulazioni (in particolare va inserito il decentramento delle funzioni tipo Fiera)
I Navigli non aderiscono se si parla di chiusura al traffico, il sabato, degli assi commerciali.

4- I tempi
Uscita pubblica prima o dopo le elezioni regionali per la PROPOSTA DI REFERENDUM.
Alcuni vogliono aspettare che passi la scadenza del voto.
Navarra, Todisco, Barzaghi, Ferrari e altri propongono di uscire subito allo scoperto.
12 aprile: assemblea pubblica (prima del voto regionale) per un PERCORSO APERTO
quindi si invitano tutti i soggetti (ed anche i giornalisti)
ma ci deve essere un ben identificato soggetto promotore ad organizzare
10 maggio: conferenza stampa di lancio
15 maggio: deposito del quesito all’ufficio elettorale
La raccolta di firme deve terminare il 30 settembre.
Attenti al fatto che deve essere nominato uno dei 3 saggi. Questo può creare dei problemi per l’ammissibilità del referendum.

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